GIORNATE EUROPEE DELL’ARCHEOLOGIA 2022
“TRA ARCHEOLOGIA E ARTE. FEDERICO II, LA MURGIA E L’ARTE EQUESTRE”
Nell’ambito delle Giornate Europee dell’Archeologia, organizzate in Italia dal Ministero della Cultura – Direzione Generale Musei – sotto l’egida dell’Istituto nazionale di ricerca archeologica preventiva della Francia (Inrap), la Sede Locale “Padre Emilio D’Angelo” dell’Archeoclub d’Italia APS di Corato, in collaborazione con Itinera ETS e l’Accademia Nazionale di arte equestre “Il Nero Luminoso”, Sabato 18 Giugno 2022 si è svolto l’evento culturale “TRA ARCHEOLOGIA E ARTE. FEDERICO II, LA MURGIA E L’ARTE EQUESTRE”, con il patrocinio del Parco Nazionale dell’Alta Murgia.
In un contesto per così dire “naturalistico” ma anche “ambientale” e “climatico”, è stato progettato un evento culturale ambientato nel XIII secolo, quando i parchi e i boschi della Murgia furono visitati anche dall’Imperatore Federico II di Svevia; un luogo situato nel punto d’incontro fra due grandi vie erbose, il Tratturo Canosa-Ruvo e il Tratturo Corato-Fontanadogna, ovvero nei pressi dell’attuale SP19 all’incrocio con la Strada Esterna Tratturello Pedale ( Accademia nazionale di arte equestre “Il nero luminoso” – Google Maps ). Figura emblematica del Duecento, Federico II frequentò queste zone intorno al 1240 e anche prima, quando visitò la fabbrica del castello di Trani (datato 1233).
Durante il regno di questo imperatore la cavalleria diviene il fulcro dell’esercito medievale che dal sec. XII in poi simboleggia la nobiltà e la forza cavalleresca in guerra e quando cambiano le caratteristiche e gli usi del cavallo da tiro che, sostituito ai buoi nell’aratura, è il protagonista del decollo economico dei paesi europei. Le prime aziende di allevamento organizzato dei cavalli compaiono presso i sovrani anglo-normanni. Sul modello preso da Federico II nascono ‒ specialmente nelle zone pianeggianti e umide della Puglia nordorientale ‒ le massarie regie, sulle quali aveva già operato Federico con provvedimenti legislativi mirati a valorizzarne metodi e strumenti di allevamento. In una lettera del 1239 approva l’organizzazione della sua marestalla, stabilendo come dovesse avvenire la riproduzione e ordinando che le giumente fossero nutrite con orzo per dare più latte ai puledri (Historia diplomatica, V, 1, p. 490).
La scelta del luogo sta nel fatto che esso si trova al centro di una serie di emergenze archeologiche molto importanti e che vanno tutelate e valorizzate:
- Insediamenti preistorici come Savignano, L’Antica, Posta Mangieri, Serra Cecibizzo, Masseria La Grotta, note località con resti di villaggi di capanne a partire dal 5.000 a.C.
- Insediamenti con torri e masserie fortificate, come Torre Sansanello, Torre di Nebbia, Pedale Piccolo, Pedale Grande, Jazzo Tarantini, località con siti archeologici di origine medievale e tardomedievale, circoscritti sia alle strutture che alla viabilità interna.
- Presenza di boschi residuali come quello di Castel del Monte e Malcangi, che documentano la più antica attività di disboscamento della zona a partire dalla fine del XII secolo.
- Presenza di altri siti archeologici che caratterizzarono sia l’attività di disboscamento che di inserimento dei culti cristiani in ambito paganico (Chiesa di S. Magno).
Nell’ambito di queste emergenze archeologiche l’azione dell’uomo e la trasformazione del paesaggio trovano nella presenza imperiale una giusta connessione storico-antropologica e una documentazione archeologica certe.
L’offerta culturale, è stata arricchita e preceduta da un excusurs, a cura del Prof. Rescio Francesco, su “Archeologia e Arte. Rapporto tra uomo e cavallo” che, ancorchè compare in ogni ambito di ricerca storico-archeologica e nonostante sia stato fondamentale presso la maggior parte delle popolazioni, ancora oggi non si è in grado di indicare con esattezza il momento e il luogo in cui per la prima volta l’uomo e il cavallo iniziarono a convivere. La disquisizione minuziosa, frutto di studi approfonditi su alcuni scavi archeologici e sui reperti in essi ritrovati, ci consentirà, altresì, di comprendere meglio l’utilizzo del cavallo dalla Preistoria al Medioevo, ovvero dalla domesticazione dell’animale, passando per le varie fasi della storia dell’uomo, sino alla descrizione di come veniva utilizzato e considerato nella mentalità medievale. Dall’uso in guerra, partendo dall’epoca delle invasioni barbariche che vede la nascita dei primi veri e propri reparti a cavallo, sino al periodo medievale indicato come l’acmè della cavalleria.
L’ evento culturale si è concluso con una degustazione guidata.