I primi insediamenti umani in Puglia risalgono almeno a 250.000 anni fa, come testimoniano i resti fossili dell’Uomo di Altamura, una forma arcaica di Homo neanderthalensis. Numerosi sono i reperti di epoca preistorica, tra i quali diversi menhir e dolmen[12]. Intorno al I millennio a.C., si insediarono sul territorio i popoli dei Dauni, dei Peucezi e dei Messapi di probabile origine illirica.[13] Grotta Paglicci, nei pressi di Rignano Garganico, in provincia di Foggia, ad oggi, è uno dei più importanti siti paleolitici d’Europa.  Ha restituito, in quarant’anni di scavi, oltre 45.000 reperti, databili tra i 500.000 e gli 11.000 anni da oggi (Paleolitico Inferiore, Medio e Superiore). Sempre sul Gargano, sul letto e la foce del torrente Romandato, vicino Ischitella, sono stati ritrovati resti di Homo erectus. Il numeroso materiale rinvenuto in questa zona, racconta storie di pietra in bifacciali amigdaloidi e manufatti su scheggia, indispensabili per la caccia e la preparazione del cibo. E l’uomo qui, e in tante altre località soprattutto del gargano settentrionale, si insedia e progredisce nel dominio del mondo circostante, fino al Paleolitico medio, in cui appare l’Homo neanderthalensis.  Altri studi e ricerche effettuati negli ultimi anni, hanno rivelato che il Salento fosse abitato già nel Paleolitico medio (circa 80.000 anni fa). Nelle tante grotte naturali dovute alla natura calcarea del territorio, sono stati rinvenuti utensili di selce. Un’importante scoperta archeologica riguarda alcune statue ossee rinvenute nella Grotta delle Veneri presso Parabita, le quali dimostrano l’esistenza già 20.000 anni fa di culti riguardanti la fertilità; quelle della Grotta delle Mura a Monopoli che dimostrano la presenza di abitanti già nel Musteriano (Paleolitico Medio); la Grotta Spognoli ed ancora Grotta Paglicci, nella quale sono stati ritrovati diversi reperti risalenti al Paleolitico Medio e Superiore. Probabilmente si trattava di ominidi appartenenti alla specie uomo di Neanderthal, mentre quella dell’homo Sapiens Sapiens si sarebbe diffusa nel Paleolitico superiore (Periodo risalente a circa 35.000 anni fa).  Un’altra testimonianza notevole dei “primi pugliesi” è rappresentata da Delia, un ominide donna vissuta 25.000 anni fa scoperta ad Ostuni la cui importanza sta nel fatto che essa conservava in grembo i resti di un feto in fase terminale, diventando quindi la più antica madre della storia. In località Passo di Corvo, alle porte di Foggia, troviamo il sito archeologico del Neolitico più grande e tra i più datati d’Europa (dal VI al IV millennio a.C.). In questa area, dal Vicino Oriente, giunse in Italia la pratica dell’agricoltura, favorita dalla fertilità del tavoliere di Puglia. Sempre nel capoluogo Dauno, sono stati trovati altri importanti siti del neolitico, nell’area della villa comunale, dell’ex ippodromo e in località Pantano, tra i quartieri Ordona Sud, San Lorenzo e Salice Nuovo.  Numerosi nella regione i graffiti come quelli della Grotta Romanelli, presso Castro, e della Grotta dei Cervi, presso Porto Badisco. Recenti scavi effettuati a Roca Vecchia hanno inoltre evidenziato un imponente sistema di fortificazioni risalente all’età del bronzo (XVXI secolo a.C.). Nella stessa area si trova un altro sito archeologico importante: la grotta della Posia piccola, riscoperta dagli archeologi nel 1983; essa si sviluppa circolarmente su una superficie di 600 m². e reca numerosissime iscrizioni votive, talvolta sovrapposte, di epoche e civiltà differenti, che risalgono all’VIIIII secolo a.C.. Altre importanti testimonianze ancestrali sono rappresentate da alcune costruzioni megalitiche, soprattutto nel Salento, come i dolmen, menhir e specchie, che nei secoli successivi furono adibite al culto del Cristianesimo.   https://it.wikipedia.org/wiki/Siti_archeologici_dell%27Italia_preistorica_e_protostorica

La Puglia è sempre stata una terra di “forestieri”.  (fonte Antonio Verardi)

Nel corso dei secoli, per la nostra terra sono passati davvero tanti popoli, alcuni provenienti anche da molto lontano: pelasgi, messapi, iapigi, peuceti, dauni; e poi celti, greci, minoici, romani, goti, longobardi; e ancora albanesi, slavi, ebrei, turchi, saraceni, bizantini, franchi, spagnoli, tedeschi, svevi, normanni, arabi, bulgari e armeni. I primi ad insediarsi dalle nostre parti furono, tra gli inizi dell’età del Ferro e la conquista romana, furono una popolazione indoeuropea proveniente dall’Illiria, gli japigi. Arrivati in Puglia, si divisero territorialmente, da nord a sud, in tre grandi gruppi etnici: dauni, peucezi e messapi, creando quindi la Daunia (l’odierna Capitanata), la Peucezia (la Puglia centrale) e la Messapia (l’antico Salento).

I Dauni  Traggono il nome da Dauno, loro condottiero nel trasferimento in Puglia. Erano per lo più contadini e, dall’esame dei corredi funerari e dei resti dei loro abitati, è possibile affermare che nei primi secoli il potere era detenuto da ristretti gruppi dominanti, riconoscibili nelle tombe principesche di Lavello o Canosa, mentre nel VI secolo tale ceto emergente andò estendendosi, diminuendo il distacco dal resto della comunità. I dauni svilupparono non pochi contatti con le popolazioni vicine, pur mantenendo, tuttavia, una precisa “indipendenza” culturale. Tra i reperti più significativi di questa civiltà, spiccano senz’altro le famose “steli daunie”, blocchi lapidei scolpiti, risalenti al VI secolo a.C., trovate nella piana sud di Siponto, presso Manfredonia. Rappresentano figure umane maschili e femminili fortemente stilizzate ed erano infisse verticalmente nel terreno, in corrispondenza delle sepolture di coloro che raffiguravano. I principali centri dauni erano Casone (presso l’odierna San Severo), Lucera, Merinum (Vieste), Monte Saraceno (presso Mattinata), Siponto, Salapia (nell’attuale agro di Cerignola), Arpi (presso Foggia), Aecae (presso Troia), Vibinum (Bovino), Castelluccio dei Sauri, Ausculum (Ascoli Satriano), Ripalta (presso Cerignola), Canosa, Melfi, Lavello e Venosa.

I Peuceti  Derivano probabilmente il loro nome da Peucezio, fratello di Enotrio e figlio di Licaone, a sua volta figlio del leggendario re Pelasgo. Fu il primo a mettere piede nella Puglia meridionale da dove fu spinto più a nord dalle popolazioni locali che, ben organizzate, respinsero quella invasione. Nacque così a Peucezia, una vasta area che comprendeva il territorio a nord di Egnazia sino a Bari e oltre, e, a occidente, sino ad Altamura e Gravina, al confine con le bellicose popolazioni lucane. Bari non era una città molto importante di questo territorio, soprattutto se paragonata alle fiorenti città di Canosa, Silvium (l’odierna Gravina in Puglia), Bitonto, Azetium (l’odierna Rutigliano), Norba e Trani. Anche questa popolazione era dedita all’agricoltura e si distinse per la particolare pratica di sepoltura dei defunti: l’inumazione del corpo. Il morto veniva inumato in una fossa scavata nella terra e ricoperta da “tumuli” o “specchie”, cioè da monticelli di terra o di pietre, di forma solitamente circolare o ovale, costruiti sopra la sepoltura, che poteva essere tanto individuale quanto collettiva. In queste tombe, a volte lastricate con pietre, dapprima grezze e successivamente squadrate, è stato possibile trovare depositi di resti ossei animali, interpretati come segno di sacrifici, e altri piccoli oggetti di uso quotidiano, oltre a numerosi oggetti di ceramica policroma a decorazione geometrica, di ottima fattura.

I Messapi  La penisola salentina, dai greci anticamente chiamata Messapia (cioè “Terra fra due mari”), era abitata invece dai Messapi, popolazione di origine egeo-anatolica, che prende il nome da Messapo, un eroe beota (proveniente cioè dall’antica Beozia o Tessaglia) che guidò, pare, una spedizione di coloni nella nostra Puglia, e li condusse ad una “illuminata” integrazione con le popolazioni autoctone. I Messapi si diedero anche una precisa organizzazione giuridico-militare che raccoglieva i dodici centri più importanti in una sorta di grande “dodecapoli”. Le città principali, in realtà, dovettero essere almeno 13 e tra queste certamente: Alytia (Alezio), Ozan (Ugento), Brention/Brentesion (Brindisi), Hodrum/Idruntum (Otranto), KaÏlia (Ceglie Messapica), Manduria, Mesania (Mesagne), Neriton (Nardò), Orra (Oria), Cavallino (non si hanno notizie certe del nome antico), Thuria Sallentina (Roca Vecchia) e, ai limiti settentrionali della penisola, l’importante città di Egnazia. I Messapi, oltre all’agricoltura, erano dediti al commercio, alla pastorizia, all’allevamento, alla pesca e all’artigianato. Caratteristico della loro produzione era, per esempio, il vaso detto “trozzella” cosÏ chiamato per le decorazioni sulle anse a forma di rotella. Dall’esame delle tombe che hanno lasciato (molte, spesso, decorate con pitture murali), si evince che usavano seppellire i loro morti in posizione rannicchiata o supina. Japigi, Messapi, Peucezi e Dauni, per molti secoli, quasi sempre alleati tra di loro, raramente in contrasto, rivendicarono il loro diritto ad esistere e ci riuscirono, conservandolo per secoli, almeno sino a quando Roma, con la sua potente macchina da guerra, lentamente ma con determinazione, dovendo aprirsi spazi per la conquista dell’Oriente, non li sottomise.

Siti archeologici  (fonte: https://www.sitiarcheologiciditalia.it/):

     (Fonte Fondazione ArcheologicaCanosina):

Siti archeologici presenti nel Parco Nazionale dell’Alta Murgia ( fonte Ministero dell’Ambiente )

  • Incisioni rupestri del riparo del Cavone in territorio di Spinazzola, nei pressi del bosco di Acquatetta, le incisioni furono scoperte nel 2006 dal giornalista Cosimo Forina e studiati da Paola Astuti dell’Università di Pisa, tali studi sono stati pubblicati nel 2008 sul “Bollettino di Paleontologia italiana”. Le incisioni risalgono ad un periodo tra Eneolitico ed inizi dell’Età del Bronzo ossia alla fine dell’età della Pietra circa 6000 anni avanti Cristo. Vi sono ben 33 figure antropomorfe finemente graffite oltre a molte altre. Le incisioni rinvenute a Spinazzola riportano analogie con il levante spagnolo e con la Francia meridionale.
  • Tomba a Tholos presente nella Necropoli di Coppa di Sotto in territorio di Ruvo di Puglia, scoperta e descritta dal prof. Rodolfo Striccoli negli anni ottanta
  • Necropoli di Monte Savignano in territorio di Andria
  • Necropoli della Mena in territorio di Altamura
  • Necropoli di Monte Fornasiello in territorio di Gravina in Puglia
  • Necropoli di San Magno in territorio di Corato
  • Grotte del Vagno in territorio di Ruvo di Puglia abitate nel neolitico
  • Grotte del Pulo di Altamura abitate sin dal Paleolitico
  • Chiesa- grotta di San Michele Arcangelo a Minervino Murge, in epoca magno greca adibita al culto della Dea Minerva
  • Chiesa grotta di Curto li Rizzi in territorio di Altamura, già chiesa paleocristiana
  • Grotta di San Michele Arcangelo in territorio di Santeramo in Colle