Giornate Europee dell’Archeologia 2021

Giornate Europee dell’Archeologia 2021. Passeggiate culturali, presentazioni, mostre: le Giornate Europee dell’Archeologia vedranno, con Archeoclub d’Italia, l’intero Paese in primo piano. Saranno più di 50, in tutto il Paese, gli eventi targati Archeoclub d’Italia per le Giornate Europee dell’Archeologia in programma dal 18 al 20 Giugno 2021.  «Abbiamo siti archeologici e Parchi Archeologici che hanno lo sguardo sul mare, ma in Italia è possibile trovare siti medievali, rinascimentali, greci, romani, etruschi anche lungo i versanti di montagna. Questa è l’Italia dell’archeologia. Questa è l’Italia che guarda con amore ed ottimismo ma anche speranza nel futuro» (Rosario Santanastasio, Presidente Nazionale di Archeoclub d’Italia).

Anche l’Archeoclub “Padre Emilio D’Angelo” di Corato non mancherà all’appuntamento, per raccontare l’archeologia del proprio territorio, con il Webinar previsto il 18 giugno, dal titolo:  Iapigi, Etruschi e Altri Popoli. Aspetti inediti della Puglia Preromana” .

Si parlerà delle più recenti ricerche relative alla Puglia preromana tra VIII e IV secolo a.C., condotte dal dott. Andrea Montanaro (Ricercatore di ruolo in Archeologia Classica e in Etruscologia e Antichità Italiche presso il Consiglio Nazionale delle Ricerche – Istituto di Scienze del Patrimonio Culturale (sede di Lecce), che aprono nuovi scenari sui rapporti culturali intercorsi tra le popolazioni indigene (Dauni e Peucezi soprattutto), che hanno occupato la regione per quasi un millennio, e le grandi civiltà (Etruschi, Greci, Fenici, Assiri ed Egizi), mettendo in discussione vecchie e ormai superate convinzioni.   Verranno messi in risalto, in modo particolare, alcuni contesti appartenuti ad esponenti di rilievo delle aristocrazie probabilmente a capo delle comunità, all’interno dei quali sono stati rinvenuti numerosi manufatti di prestigio, importati dalle più svariate aree del Mediterraneo (si va dalle armature e dai vasi in bronzo, agli ornamenti personali in metallo prezioso e in ambra), e oggetti-simbolici (insegne del potere), collocati appositamente nella sepoltura per ostentare la ricchezza, la possibilità di acquisire beni preziosi e di provenienza esotica e il ruolo politico di rilievo rivestito dal defunto nell’ambito della comunità di appartenenza. A queste caratteristiche si aggiungono anche i rituali funerari molto accurati e, a volte, inconsueti rispetto alla normale procedura, utilizzati come ulteriore segno di distinzione. In questo quadro, spicca soprattutto l’immagine che si è potuta ricavare di alcune donne, che si possono a ragione definire “principesse, le quali mostrano, rispetto alla donne greche, di aver svolto un ruolo fondamentale (oltre a quello già noto di custode della casa e dei suoi beni e di cura della prole), di particolare rilievo, all’interno della comunità, sia dal punto di vista socio-economico (partecipazione ai banchetti e alle cerimonie sacre al pari degli uomini), ma anche di potere, sottolineato dalla presenza del carro e dal sacrificio dei cavalli, un rituale molto legato alla figura femminile (soprattutto in Daunia), ma ancora da svelare nei suoi reali valori e significati.

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