Nell’ambito delle celebrazioni dedicate a Dante Alighieri, questa volta legate al giorno della sua morte avvenuta il 14 settembre 1321. Dal 10 al 15 settembre, la singolare chiesetta medievale di San Vito è stata scelta per l’evento “Signorelli all’Inferno” ideato e creato da docenti e studenti del Liceo Artistico di Corato in collaborazione con la locale sede dell’Archeoclub d’Italia “Padre Emilio D’Angelo”. Inserita nel programma dell’estate coratina con il patrocinio del Comune di Corato
“Signorelli all’Inferno” è un omaggio all’Inferno di Dante e all’affresco di Luca Signorelli, autore non sempre conosciuto a cui si ispirò anche lo stesso Michelangelo a ben interpretare la citazione del Vasari: «Michelagnolo imitò l’andar di Luca, come può vedere ognuno». Nelle ragioni della mostra si spiegano i punti di contatto tra la Divina Commedia e l’artista rinascimentale che, attraverso le sue rappresentazioni tra cui l’Apocalisse, l’Inferno e altro ancora, ha arricchito i percorsi sul testo dantesco.
Attraverso la visione di gigantografie della Cappella Nova o di San Brizio della cattedrale di Orvieto dipinta da Luca d’Egidio di Ventura, pseudonimo di Luca Signorelli, il visitatore ha colto l’oggetto di studio cui si sono ispirate le opere esposte, in particolare, la vela dedicata all’Inferno con un focus sui Dannati. Qui, specialmente sui volti, si evince il confronto con i manufatti creati dall’allievo Mattia Buonvino, utilizzando tecniche grafiche su supporti singolari derivanti da parti di oggetti riciclati. L’installazione visiva si incentra appunto sulla rivisitazione dei volti nell’affresco della cappella orvietana e, il giorno dell’inaugurazione, è stata accompagnata, nella piazzetta antistante la chiesa di San Vito, da una performance scenografica con tableaux vivants.