“Guerra e Architettura normanno-sveva in Italia meridionale (secc. XI-XIII)”.

Per il sesto anno consecutivo l’Archeoclub d’Italia Sede Locale di Corato viene premiata dal Ministero della Cultura – Direzione Generale Biblioteche e Istituti Culturali – per la realizzazione di un “volume monografico inedito di rilevante interesse culturale”, giusto decreto n. 304 del 25/11/2025.

L’Italia meridionale tra XI e XIII sec. fu il laboratorio politico e culturale di un’Europa in trasformazione. In queste regioni si incontrarono e si fusero culture diverse (bizantina, longobarda, araba, latina e germanica), dando vita a una realtà complessa e originale. I castelli normanno-svevi rappresentano la sintesi materiale di questa pluralità fatta di architetture nate da necessità di difesa capaci di esprimere un linguaggio di potere, di ordine e di prestigio. Studiare questi monumenti significa penetrare nel cuore stesso del Medioevo mediterraneo in cui le pietre dei bastioni si fanno cronache mute della storia.
L’opera si rivolge a un pubblico vasto, ma mantiene il rigore scientifico per la ricerca universitaria. Studiosi, studenti, appassionati e professionisti del restauro troveranno qui strumenti per approfondire vari temi. Parliamo della morfologia delle fortificazioni, delle tecniche di costruzione, dell’organizzazione del territorio e della funzione simbolica dell’architettura.

Con l’arrivo dei Normanni la frammentazione politica ereditata dall’età bizantina e longobarda trovò un nuovo equilibrio e la conquista, guidata da Roberto il Guiscardo e dai fratelli Altavilla, avviò un processo di unificazione che culminò con la creazione del Regno di Sicilia sotto Ruggero II. In questo contesto i castelli divennero strumenti essenziali di consolidamento del potere e le fortificazioni non furono soltanto presidi militari, ma definizione di territori regolandone i confini e controllandone le vie di comunicazione. Il castello, dunque, si collocava al centro di una rete di relazioni politiche e sociali incarnando il dominio signorile e la presenza dell’autorità regia. Con la dinastia sveva e, in particolare, con Federico II di Hohenstaufen, il sistema castellare subì un’evoluzione radicale. Le funzioni militari si unirono a quelle amministrative e residenziali e l’architettura fortificata divenne anche strumento di rappresentazione simbolica del potere imperiale centrale di cui Castel del Monte è emblema assoluto poiché sintetizza la perfezione geometrica e la razionalità di un progetto politico. La pietra si trasformava in volontà di governo. Ogni capitolo è autonomo, ma contribuisce a un discorso coerente. Questo attraversa i secoli e gli spazi. Dimostra come il castello, con le sue varie forme e funzioni, resti una delle strutture più tipiche della civiltà medievale. Conservarli, studiarli e comprenderli significa riconoscere nelle loro forme la continuità della storia e la profondità del paesaggio culturale italiano che è la nostra vera civiltà.

Un ringraziamento sincero al professor Rescio per aver realizzato un’opera così importante, un esempio di dedizione e passione per l’archeologia, la storia e l’architettura, 400 pagine, formato A4, arricchita da illustrazioni, planimetrie, sezioni, oggetti e reperti.

Per info: 3485930027

(In allegato alcune immagini presenti nell’opera, la cui data e luogo della presentazione saranno comunicate a breve).