“Le Sepolture medievali in Piazza Di Vagno”

Una ricerca multidisciplinare sulle indagini archeologiche e antropologiche condotte tra i mesi di ottobre e dicembre 2016, nell’ambito del progetto di riqualificazione del centro storico di Corato. (Bibliografia: dott.ssa Valeria Della Penna; dott.ssa Fabrizia Andriani)
(Immagine: Fondo Corrado Ricci)

I dati archeologici hanno evidenziato che l’isolato abitativo era stato edificato in un’area a carattere funerario, in prossimità delle mure del casale medievale. Gli scavi hanno messo in luce una serie di fabbricati che hanno occupato l’area tra la fine del Medioevo e la prima età moderna.

All’edificio più moderno noto come “Palazzo Ducale”, ma anche con il nome di “Palazzo La Noja”, appartengono le strutture che delimitano tre ambienti ipogei individuati nella porzione meridionale della piazza. Costruito agli inizi del XVII secolo, sorgeva intorno alla piccola chiesa cinquecentesca del S. Monte di Pietà ed in un’area adiacente ad un convento di Frati Minori Conventuali dedicati a San Francesco. Il Convento sarebbe stato fondato fuori dalle mure della città nel 1323 e successivamente si sarebbe trasferito, con l’autorizzazione di Giovanni XXII, all’interno della Terra alla metà del ‘400 (Monterisi, Piccareta, Torelli). L’intero complesso venne abbandonato dopo la soppressione dell’ordine ed al suo interno allestita la Caserma della Gendarmeria. L’analisi stratigrafica ha rilevato che al momento della costruzione del Palazzo, una parte del Monastero doveva essere già stata abbandonata e , più in generale, l’intero complesso essere in fase di decadenza. Il convento verrà poi definitivamente abbattuto alla metà del XIX secolo, mentre sarà nel 1922 che l’intero isolato abitativo  (che comprendeva il Palazzo Ducale e la chiesa del Monte di Pietà)  verrà demolito a causa del grave innalzamento della falda freatica che ne aveva danneggiato le fondamenta (Tandoi).

L’area cimiteriale.    Durante l’intervento di scavo in piazza Di Vagno, furono rinvenute un gruppo di tombe localizzate nella porzione centrale e meridionale che si sviluppava a sud-est degli ambienti relativi a Palazzo Ducale. L’indagine ha permesso di individuare 7 sepolture (contenenti 13 individui tra infanti e adulti di entrambi i sessi) del tipo a “cassa litica” realizzata con conci lapidei sbozzati e lastrine sovrapposte profonde in media 40 cm.  La sezione si presenta leggermente trapezoidale a fondo concavo e lunghezza variabile in relazione all’età del defunto. La maggior parte delle sepolture ha una forma del tipo detto “antropomorfo”. Una di queste si caratterizza in quanto costituita da un duplice livello, con due tombe sovrapposte, in cui quella superiore utilizza come fondo la copertura in lastre calcaree della tomba precedente, secondo una pratica ben documentata nei sepolcreti medievali, testimonianza della continuità di vita del cimitero (Depalo); le tombe, infatti, mostrano modalità di sepoltura comuni ad altre aree cimiteriali medievali.

L’orientamento degli individui è generalmente nord-ovest/sud-est, con il cranio del defunto posto ad ovest ed i piedi ad est. Quasi tutte le sepolture contenevano più individui. Sulla cronologia del cimitero, i primi dati emessi dall’analisi stratigrafica e dai confronti con altri contesti tipologicamente simili, indicano un utilizzo a partire dal XIV secolo. Lo scavo delle tombe ha restituito una quantità molto esigua di frammenti ceramici, mentre sono del tutto assenti oggetti riconducibili alla sfera dell’abbigliamento personale, ancorchè i profondi rimaneggiamenti dell’intera area hanno alterato l’aspetto e l’estensione del cimitero, di cui è bene ricordarlo, è stata individuata solo una piccolissima parte e doveva presumibilmente essere pertinente ad un edificio di culto, ascrivibile al XIV secolo. Le indagini suggeriscono che nel XV secolo il cimitero doveva essere già in disuso; ne è testimonianza la presenza dei 4 butti (immondezzai) rinvenuti, che in alcuni casi ne hanno danneggiato le tombe. Lo studio antropologico ha consentito di formulare alcune considerazioni circa le pratiche in uso. L’usanza funeraria all’interno del cimitero di Corato, in cui furono sepolti gli abitanti del Villaggio Medievale, prevedeva di deporre gli inumati senza particolari oggetti personali.

 

L’indagine archeologica è stata eseguita dalla dott.ssa Valeria Della Penna e condotta sotto la direzione scientifica della dott.ssa Maria Rosario Depalo; l’indagine antropologica da campo e in laboratorio è stata condotta dalla dott.ssa Fabrizia Andriani; alla dott.ssa Ilaria Vigliarolo l’analisi della paleonutrizione degli individui; l’analisi di datazione al radiocarbonio a cura della prof.ssa Cristina Valdisera e l’esame enomologico è coordinato dal prof. Francesco Porcello.